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INCONTRI
non solo libri, seppur fatti ad arte

INCONTRI è la collana dei libri “piccolini”, racconti in prima persona di 3 “incontri” (da qui il titolo della collana), importanti a nostro parere, nella vita di artiste e artisti che ci toccano.

 

Il formato è un leporello a base quadrata, comoda da tenere in mano, in cui la loro storia si dispiega orizzontalmente pagina dopo pagina. I 3 incontri si srotolano verticalmente rendendo articolato e divertente lo sfogliarli.

 

Il testo, attento al linguaggio di genere, è essenziale, un distillato che possa incuriosire e avvicinare alle e ai protagonisti, alle loro vite e al modo in cui hanno affrontato la loro arte. Le parole e i versi sono accompagnati da suggestioni visive per introdurre le persone alla complessità del testo con qualcosa che possa alleggerirlo e illustrarlo.

 

La poesia delle vele di Dino Campana è scritta su un pezzo di stoffa bianca, le rocce sono pezzi di carta stropicciati.

La casa di Emily Dickinson è disegnata con i diversi livelli quasi giocosi per indicare la volontà e la gioia della scelta dell’artista di vivere quasi esclusivamente in casa.

Strati di carte coprono una scultura di Camille Claudel, un invito silenzioso ad alzarli  immaginando la difficoltà fisica dello scolpire e l’opera di sottrazione dello scalpello.

Per introdurre la musicalità della poesia di Eugenio Montale il primo incontro descritto è quello con la musica, importante per lui fin da bambino.

 

Sono libri tattili realizzati con materiale conservato nel tempo e recuperato; sono dispositivi filosofici che offrono un messaggio etico tutto da scoprire e supporti didattici che aprono finestre su diverse tematiche: etica, genere, poesia, etimo delle parole.

 

Come per gli altri nostri libri opere d’arte, la realizzazione è volutamente imperfetta e incompiuta.

 

I libri, scritti con un font ad alta leggibilità, terminano con: “In questo libro la/il protagonista racconta gli incontri importanti della sua vita. Ora tocca a te raccontare e disegnare il tuoi”, l’altra faccia del leporello è stata lasciata libera per il racconto personale.

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